Qui di seguito un prezioso documento, datato Novembre 1683, conservato nell’Archivio della Diocesi di Lodi. Trattasi di una supplica firmata da sette titolati sanfioranesi (tra i quali il rettore della chiesa Bartolo Livraga ed il priore Andrea Alberico), supplica rivolta ai Pallavicino Trivulzio per manifestare l’esigenza ormai non più procrastinabile di ottenere uno spazio idoneo a sepellire i morti. Da tempo infatti era ormai esaurito ogni possibile ubicazione all’interno della Chiesa medesima.
In fondo allo stesso documento, una frase aggiunta successivamente testimonia la volontà dei Pallavicino Trivulzio di dare seguito alla supplica assegnando alla Chiesa di San Fiorano il terreno sul quale verrà costruito il Mortorino.
Non è chiara la firma in calce, ma, vista anche la data del documento, dovrebbe trattarsi di Gian Giorgio Sforza Pallavicino Trivulzio (1656-1742), trisavolo del Marchese Giorgio Guido. L’atto ufficiale relativo al passaggio di proprietà del terreno verrà stipulato l’anno successivo, esattamemnte il 10 maggio 1684. Non abbiamo invece riscontri documentali a testimonianza di quando il Rettore Livraga abbia cominciato ad utilizzare effettivamente questo terreno come cimitero (anche se probabilmente, vista l’urgenza, si suppone nello stesso 1684, magari proteggendo il terreno con un semplice recinto). I lavori per la destinazione cimiteriale del terreno dovettero procedere peraltro in modo discontinuo, tanto che da un documento datato 6 luglio 1713 si ha riscontro di una serie di lavori di ristrutturazione e cambiamenti sul piano originale per sopperire ad inconvenienti che si stavano causando alla casa parrocchiale. Non sappiamo nemmeno con precisione quale sia l’anno in cui è avvenuta l’effettiva costruzione del quadriportico come lo vediamo oggi (si è formulata l’ipotesi, da confermare, che l’anno fosse il 1765). Resta cioè un vuoto informativo da colmare fra quel 10 maggio 1684 ed il 31 agosto 1767, data in cui risulta che il Padre Daniele Grioni da San Fiorano, priore del Convento dei Frati di Codogno, sia intervenuto a benedire la nuova Via Crucis affrescata in quei mesi nel Mortorino dal varesino Giovanni Battista Ronchelli. Il Ronchelli era allievo e conterraneo di quel Pietro Antonio Magatti che quarant’anni prima, per la precisione nel 1725, aveva dipinto in prima persona una Via Crucis a Codogno nel chiostro del Convento dei Frati.
La presenza dei due artisti, pur se in anni diversi, in questa zona del lodigiano non appare pertanto frutto del caso.
Qui di seguito la trascrizione, dove leggibile, del documento, nonchè la copia dell’originale manoscritto. “Alla Chiesa Parochiale di San Fiorano, che per altr’è ridotta in statto assai rigguardevole, manca il più bello non essendovi Cemeterio per sepelir i morti, e gli sepolcri della Chiesa sono così pieni, che hormai non si sa dove più sepelirgli. A riporgli avanti la Chiesa nel recinto della colonatta di marmo, oltre che sarebbe di sconcerto grand’al sagrato di già aggiustato, questo vien prohibito da sacri Canoni, e Sinodi, dovendo gli Cemeterij esser cinti di muraglia a’ fine non vi possano entrar bestie di sorte alcuna. Quest’urgenza pur troppo forzosa ha obbligato il Rettore con Depputati della Chiesa e comunità Devotissimi servitori di Vostra Signoria Illustrissima implorar dalla Sua impareggiabile bontà il sitto di sedici tavole di terra nell’hortone vicino le case parrochiali, sopr’il quale intenderebbero farci un recinto di muraglia in quadro che sarà trabuchi numero otto per ogni verso, con d’intorno il suo porticho per farci sotto gli sepolcri, e levar quelli della Chiesa, nella quale il più delle volte ne anche vi si può entrare per il fettore, e così restarebbe la Chiesa con maggior politezza e la fabbricha sarebbe altresi d’ornamento grande alla terra. Per tanto ricorrono all’innata sua gentilezza humilmente supplicandola compiaccersi conceder detto sitto. Per l’effetto come sopra accennandole, ch’essendo facenda ridondante in … honor di Dio, decoro della Chiesa, e benefizio dei poveri morti, ne riceverà Ill.ma un gran riscontro da … presso la quale non mancaranno d’esser perpetui oratori. La di Lei confermazione esperano Bartolo Livraga Rettore, Io Andrea Alberico Priore della Chiesa, Io Giacomo Sfoglio … tesoriere… della Chiesa, Io Cesare Polengo a nome di mio padre, deputato, Io Giacomo Sfoglio a nome di Giacomo Belone deputato della comunità, Io Pietro Tensino deputato di San Fiorano, Io Geronimo S … deputato di San Fiorano.
1683 a Novembre Si concede alli suddetti supplicanti quanto di sopra si conviene Gio..… Pal…. Triul “
La didascalia di questa vecchia cartolina identifica erroneamente l’autore degli affreschi del Mortorino in un pittore di scuola veneta.
Dieci anni dopo
………nel dicembre del 1994 in un inserto di 16 pagine sul Cittadino di Lodi compare questo articolo sul Mortorino di San Fiorano